ISSN 2970-2321

Cette fiche a été rédigée dans le cadre du projet d’Atlas encyclopédique des Petites Iles de Méditerranée, porté par le Conservatoire du Littoral, l’Initiative PIM, et leurs nombreux partenaires.
This sheet has been written as part of the encyclopedic Atlas of the Small Mediterranean Islands project, carried out by the Conservatoire du Littoral, the PIM Initiative and their numerous partners.
(https://pimatlas.org)

ILES

Cluster : Isole della Costa del Sud

Sottobacino : Sardegna

Isola Rossa di Punta Niedda

Collaboratori : Maria Silvia Pinna

Data di creazione : 3 Aprile 2018

Per citare questa versione :  PINNA, M. (2018). Foglio dell’isola : Isola Rossa di Punta Niedda – Sottobacino : Sardegna. Atlas of Small Mediterranean Islands. https://pimatlas.org/explorer-atlas/iles/isola-rossa-di-punta-niedda/

Comune Teulada
Arcipelago Isole della Costa del Sud
Superficie (ha) 10,9848
Linea costiera (metri) 1715
Distanza dalla costa (miglia nautiche)
Altitudine massima (metro) 54
Coordinate geografiche Latitudine 38,9145691403
Longitudine 8,7164817382
Proprietà della terra /
Organismo di gestione /
Stato di protezione nazionale /
internazionale /

Descrizione


L’Isola Rossa di Punta Niedda, sita nel comune di Teulada ha una superficie di 109.848 m2. Presenta uno sviluppo costiero di 1.715 m e un’altitudine di 54 m s.l.m. (Bocchieri & Iiriti, 2000).

L’Isola, inserita all’interno del Golfo di Teulada, costituisce l’emersione della propaggine del promontorio di Punta di Levante. È formata da un unico ammasso di rocce paleozoiche di colore rosso (granodioriti monzogranitiche equigranulari con piccole manifestazioni filoniane), dalle quali prende il nome, e presenta una morfologia acclive. I venti dominanti provengono dal II quadrante, anche se il Maestrale è il vento che spira con maggior frequenza.

L’area dell’isola ricade nel macrobioclima Mediterraneo, bioclima Mediterraneo pluvistagionale oceanico (MPO), termotipo termo-mediterraneo e ombrotipo secco-inferiore (Bocchieri & Iiriti, 2000).

Conoscenza


A livello floristico è presente una significativa diversità floristica (206 entità comprese in 59 famiglie e 157 generi) e un ricoprimento vegetale abbastanza integro. A livello corologico la flora è costituita per il 75% da specie mediterranee, mentre la presenza delle endemiche è limitata a 5 taxa: Bryonia marmorata, Limonium retirameum, Limonium tigulianum, Romulea requienii e Silene martinolii (Bocchieri & Iiriti, 2000).

La componente faunistica di maggiore importanza nell’isola è rappresentata dall’avifauna, con colonie nidificanti di berta maggiore (Calonectris diomedea) e gabbiano corso (Ichthyaetus audouinii) e dalla presenza della popolazione micro-insulare di Podarcis tiliguerta, lucertola endemica del complesso sardo-corso (Corti et al., 2006).

Silene martinolii

Maria Silvia Pinna


Silene martinolii è un’erba annua, divaricato-ramosa alla base, a rami ascendenti, alta 70-80 cm, pelosa sul fusto e glanduloso vischiosa nella parte superiore. Le foglie sono da lanceolate a lineari, opposte, connate, 1(3) nervie. L’infiorescenza è terminale a monocasio, pauciflora, con fiori da brevemente pedicellati a subsessili, da eretti a eretto-patenti. Il calice è tubuloso, lungo 9-13 mm, con 10 nervi collegati da nervi trasversali e 5 denti triangolari, scarioso-ciliati al margine, di 2-3 mm. La corolla, lunga meno della metà del calice, è formata da 5 petali bianco-rosei, con lembo sporgente, di 4 mm, obovato e smarginato all’apice; unghia auricolata e fauce con squame erette. Stami 10 bianchi, quelli alterni ai petali villosi sino a metà, gli altri poco villosi o glabri. Antere oblunghe, dorsifisse e rosso porporine. Stili 3, bianchi, e ovario giallo-verde. Carpoforo lungo 1,5-2 mm. Capsula granulosa, giallo-lucida, con numerosi semi bruno-neri, striati-reniformi, con dorso calaniculato e verrucoso. La fioritura è tardo-vernale, nel periodo maggio-giugno.

Specie eliofila, termofila e subalofila, affine e vicariante di Silene neglecta, è annoverata tra le vicarianti popolazionali di Silene nocturna. L’areale della specie era considerato inizialmente limitato all’Isola del Toro, in cui la specie si insedia negli anfratti rocciosi e nei pianori dove forma estesi popolamenti in associazione con Hyoseris taurina e Carduus fasciculiflorus. Attualmente la specie è segnalata come endemica delle Isole del Toro, della Vacca, Rossa e Pan di Zucchero (Bocchieri & Mulas, 1988; Arrigoni, 2010). Non si hanno invece informazioni sui syntaxa cui la specie partecipa.

Nello studio della flora dell’Isola Rossa, Bocchieri & Iiriti (2000) hanno indicato la presenza di Silene martinolii nelle zone costiere meridionali e occidentali dell’isola, dove vegeta rara e poco abbondante. La principale minaccia per la specie è dovuta alle conseguenze del ruscellamento sui suoli poco profondi dove essa cresce (in particolare nel settore meridionale), che nel tempo potrebbero comportare una diminuzione del numero degli individui ivi presenti. Altra minaccia è rappresentata dalla presenza delle colonie di gabbiano corso (Ichthyaetus audouinii), che costruiscono il nido tra i pratelli e negli anfratti dove vegeta la specie; il calpestio generato dai gabbiani durante la cova non permette agli individui della specie di portare a termine il proprio ciclo vitale.

Riferimenti

Arrigoni P.V., 2010. Flora dell’Isola di Sardegna, vol. 2, C. Delfino ed., Sassari: pp. 624.

Bocchieri E. & Mulas M.B., 1988. Una nuova specie del genere Silene raccolta nell’isola del Toro (Sardegna sud occidentale). Bollettino della Società Sarda di Scienze Naturali, 26: 299-303.

Bocchieri E. & Iiriti G., 2000. Modificazioni e strategie competitive osservate Nella flora dell’isola rossa di Teulada (Sardegna sud occidentale). Rendiconti Seminario Facoltà Scienze Università Cagliari, 70: 293-332.

Interessi


L’Isola Rossa è stata frequentata dall’uomo fin dal Neolitico (V-III millennio a. C), questo dato è testimoniato dal ritrovamento di manufatti in pietra all’interno dei ripari sotto roccia. Per i periodi successivi, si documenta la presenza di una grande muraglia probabilmente costruita in epoca nuragica (2000-1200 a.C). L’isola fu poi utilizzata come base dai Barbareschi durante le loro scorrerie lungo le coste sarde. Nel 1881 fu venduta dal demanio a un privato cittadino, tuttavia rimase inutilizzata fino al 1909, quando vi fu impiantata una cava di pietre per edilizia (Bocchieri & Iiriti, 2000).

Pressioni


   

Le principali pressioni rilevate per l’Isola Rossa sono costituite dal pascolo e, soprattutto, dalle condizioni climatiche di aridità. Inoltre, tra i fattori di minaccia vi sono le esercitazioni militari (svolte dal poligono militare di Capo Teulada) e il passaggio di petroliere legato alla presenza di un impianto di raffineria nell’area di Sarroch (Bocchieri & Iiriti, 2000).

Gestione / conservazione


         

L’Isola Rossa è inserita nel Sito di Importanza Comunitaria “Isola Rossa e Capo Teulada” ITB040024. Gli habitat (sensu Dir. 92/43/CEE) presenti nel territorio sono: 1120* – Praterie di Posidonie (Posidonion oceanicae); 1240 – Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici; 5330 – Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici (in particolare il sottotipo 32.22, cenosi a dominanza di Euphorbia dendroides; MATTM, 2014).

Riferimenti


  1. Bocchieri E. & Iiriti G., 2000. Modificazioni e strategie competitive osservate Nella flora dell’isola rossa di Teulada (Sardegna sud occidentale). Rendiconti Seminario Facoltà Scienze Università Cagliari, 70: 293-332.

  2. Corti C., Lo Cascio P., Razzetti E., 2006. Erpetofauna delle isole italiane. In: Sindaco R., Doria G., Razzetti E., Bernini F. (eds), Atlante degli Anfibi e dei Rettili d’Italia / Atlas of Italian Amphibians and Reptiles. Societas Herpetologica Italica, Edizioni Polistampa, Firenze, 792 pp.
  3. MATTM, 2014. Sito internet ftp://ftp.dpn.minambiente.it/cartografie/natura2000/ (accesso 25.09.2016).

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