ISSN 2970-2321
ISSN 2970-2321
Cluster : Isole dell’Iglesiente
Sottobacino : Sardegna
Collaboratori : Marco Porceddu
Data di creazione : 3 Aprile 2018
Per citare questa versione : PORCEDDU, M. (2018). Foglio dell’isola : Isola di Pan di Zucchero – Sottobacino : Sardegna. Atlas of Small Mediterranean Islands. https://pimatlas.org/explorer-atlas/iles/isola-di-pan-di-zucchero/
Comune | Iglesias | |
Arcipelago | / | |
Superficie (ha) | 4,99746 | |
Linea costiera (metri) | ||
Distanza dalla costa (miglia nautiche) | ||
Altitudine massima (metro) | 133 | |
Coordinate geografiche | Latitudine | 39,3338933659 |
Longitudine | 8,4000012909 | |
Proprietà della terra | / | |
Organismo di gestione | / | |
Stato di protezione | nazionale | / |
internazionale | / |
L’Isola del Pan di Zucchero si trova nel territorio comunale di Iglesias (Provincia del Sud Sardegna) ed è situata a poca distanza dalla costa e dalla falesia di Porto Flavia. L’Isola copre un’area di circa 5 ettari, presenta una lunghezza di circa 400 metri e una quota compresa tra i 90 e 133 m s.l.m. (Bocchieri, 1990).
Dal punto di vista morfologico, il Pan di Zucchero è in forma di croce greca e caratterizzato prevalentemente da pareti alte e a picco sul mare, visto dall’alto appare come un plateau inclinato verso est. Geologicamente i substrati sono riferibili alla Formazione di Gonnesa. La parte alta dell’Isola risulta parzialmente coperta da terre rosse che si creano per eluviazione del calcare a causa dell’acqua piovana (Bocchieri, 1990; Carmignani et al., 1982; Cesaraccio et al., 1986).
A livello floristico, sono state censite 37 specie, riconducibili a 17 famiglie e 32 generi; le famiglie più abbondanti sono le Asteraceae, Liliaceae e Poaceae, che rappresentano circa il 50% della flora osservata (Bocchieri, 1990). Si segnala la presenza di piante endemiche e di interesse fitogeografico, tra cui Brassica insularis (specie inclusa nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE), Bellium bellidioides, Bellium crassifolium, Hyoseris lucida subsp. taurina, Silene martinolii, Seseli praecox e Limonium merxmuelleri subsp. sulcitanum (Bocchieri, 1990).
A causa della sua conformazione e posizione, il Pan di Zucchero non si presta ad ospitare un rilevante contingente faunistico. Tuttavia, occasionalmente possono essere rinvenute alcune specie di uccelli inserite nell’allegato I della Direttiva 2009/147/CE, tra cui il marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis subsp. desmarestii), la berta maggiore (Calonectris diomedea), il gabbiano corso (Ichthyaetus audouinii), il passero solitario (Monticola solitarius) (RAS, 2014). Inoltre, dalla costa è possibile osservare la presenza, spesso massiccia, del gabbiano reale (Larus michahellis). Per i rettili sono state ad oggi rilevate due specie, la lucertola tirrenica (Podarcis tiliguerta), specie endemica, e il gongilo (Chalcides ocellatus), ambedue sono incluse in Direttiva Habitat 92/43/CEE (Corti et al., 2006).
Nella parte più alta dell’isola è presente un vecchio fanale di avvistamento per segnalazione ai naviganti, da diversi anni alimentato a pannelli solari, è raggiungibile mediante una scalinata di pietra scolpita nella roccia. Inoltre, in questa parte dell’isola si può osservare un punto trigonometrico che fa parte della rete di triangoli primari utilizzati da Alberto Ferrero della Marmora nella sua straordinaria Carta dell’Isola e Regno di Sardegna, risalente al 1845 (Bocchieri, 2001)
Pan di Zucchero è un’isola completamente disabitata dall’uomo e, oltre ad avere un notevole valore naturalistico, possiede un’importantissima rilevanza testimoniale del passato minerario del Sulcis-Iglesiente. Infatti, sulla base dei reperti rinvenuti sull’Isola è possibile individuare un percorso che i minatori avevano tracciato durante le attività di ricerca e coltivazione mineraria e che utilizzavano per salire sulla sommità del Pan di Zucchero. Nell’Isola si segnalano la presenza di tre grotte, dichiarate come Bene Paesaggistico Ambientale ex art.143 D.Lgs. n.42/2004 e ai sensi Artt.8, 17 e 18 delle NTA del P.P.R.: grotte e caverne (RAS, 2014).
Sull’isola non sono presenti pressioni e minacce di natura antropica.
L’isola in generale appare non essere soggetta a particolari pressioni e si trova in uno stato di conservazione buono. Tuttavia, le pratiche di arrampicata sportiva, nell’esercizio di apertura di nuove vie di esplorazione (spesso con azioni di rimozione della vegetazione), possono creare una minaccia per alcune specie di elevata importanza conservazionistica; tali pratiche dovrebbero quindi essere regolamentate.
Pan di Zucchero è incluso nella Zona Speciale di Conservazione (ZSC) “Costa di Nebida” (ITB040029). Ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE, le formazioni vegetali presenti sull’isola sono riconducibili principalmente all’habitat di interesse comunitario 1240 – Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici.
Il Pan di Zucchero (insieme ai Faraglioni di Masua), per il suo particolare pregio naturalistico e scientifico, viene dichiarato dalla Regione Autonoma della Sardegna, un Monumento Naturale ai sensi della Legge Regionale 31/89 che deve essere conservato nella sua integrità. La stessa L.R. istituisce la Riserva Naturale di Nebida, che include l’Isola di Pan di Zucchero.
I Monumenti Naturali della Sardegna
Un Monumento Naturale rappresenta un elemento del paesaggio naturale con peculiarità di tipo vegetale, geologico, geomorfologico, paleontologico e idrico che debbono essere conservati nella loro integrità.
In Sardegna, i Monumenti Naturali istituiti ai sensi L.R. n. 31/89 sono:
– Agrifoglio di Desulo: ubicato in località Funtanas, con una circonferenza alla base del fusto di circa 5 m. ed un’altezza di circa 13 m. è il più grande Ilex aquifolium selezionato tra gli alberi monumentali presenti nei territori.
– Arco e Punta sa Berritta-Supràppare: costituiscono due uniche formazioni di granito aventi simili dimensioni, situate a breve distanza nella zona sommitale del Monte Limbara. La prima unità è costituita da un Arco di roccia, mentre Punta Sa Berritta-Supràppare può essere definita come un “Tor”.
– Basalti colonnari di Guspini: il Monte Cépera è un piccolo cono basaltico originatosi dalle manifestazioni vulcaniche plio-quaternarie. Il fronte di cava mostra un affioramento di prismi basaltici verticali alti una ventina di metri.
– Canal Grande di Nebida: nella caletta Porto di Canal Grande si apre una grotta naturale parzialmente sommersa dal mare scavata nei calcescisti arenacei intercalati nelle metarenarie del Cambriano.
– Carpino Nero di Seui: il grande Ostrya carpinifolia del Rio Ermolinus presenta delle dimensioni notevoli con un’altezza di circa 2 m. e una circonferenza di circa 4 m.
– Castagno di Bortigiadas: l’individuo di Castanea sativa, sito a Bortigiadas, è stato individuato per le notevoli dimensioni, infatti presenta un’altezza di circa 18 m. e un diametro di circa 5 m.
– Crateri vulcanici del Meilogu-Monte Annaru: le forme vulcaniche basaltiche presenti nel Meilogu-Logudoro sono varie e la L.R. 31/89 ne seleziona cinque: Colle S. Bainzu, Monte Pélao, Monte Pubulena, Monte Ruju e Monte Annaru.
– Domo Andesitico di Acquafredda: il domo lavico di Siliqua è la più eminente fra le strutture vulcaniche allineate al margine meridionale della Piana del Cixerri.
– La grotta di San Giovanni: situata nel territorio di Domusnovas, si tratta di un notevole esempio di galleria di attraversamento scavata nei calcari più antichi dell’isola, dove al suo interno si possono ammirare stalattiti, stalagmiti e grandi vasche calcaree sovrapposte a formare delle cascate di roccia.
– Leccio di Pradu: il Quercus ilex di Cuile Fruncu Ena dell’altopiano di Pradu, con un’altezza di circa 18 m. e una circonferenza di circa 3,70 m., è stato scelto come rappresentante dei lecci di notevoli dimensioni presenti nel Supramonte di Orgosolo.
– Le Colonne: coppia di faraglioni di ignimbrite riolitica con giacitura suborizzontale e fessurazione colonnare situate presso la punta meridionale dell’Isola di San Pietro.
– Monte Pulchiana: si tratta di un inselberg e rappresenta il monolite granitico più grande della Sardegna.
– Muru Cubeddu: il giacimento fossilifero di Nureci è caratterizzato da affioramenti di rocce sedimentarie di ambiente marino risalenti al Miocene, che documentano in modo esemplare gli eventi geologici e paleontologici che hanno interessato il Sarcidano e la Marmilla.
– Olivastro Millenario di Luras: considerato il rappresentante di diversi ulivi millenari presenti in località “Santu Baltolu” regione “Carana”, con un’età stimata compresa tra i tremila e quattromila anni.
– Oliveto Storico S’Ortu Mannu: si presenta come un tipico oliveto costituito da alberi secolari dai tronchi contorti e nodosi, la cui circonferenza misura in media circa 10 m.
– Olivo millenario di Sini: grande albero con una circonferenza alla base del fusto di circa 13 m. e un’altezza di oltre 15 m., è il rappresentante di diversi alberi di ulivo millenari localizzati in agro del comune di Sini.
– Orso di Palau: il promontorio di Capo d’Orso, classificabile come “Tor”, prende il nome da una forma di erosione che ricorda la sagoma di un orso.
– Pan di Zucchero Faraglioni di Masua: splendido scoglio di calcare cambrico originatosi dall’erosione marina, appare come l’avamposto settentrionale di un corteggio allineato di scogli minori strutturalmente collegati tra loro, due di essi denominati faraglioni del Morto e di S’Agusteri.
– Perda ‘e Liana: il tacco dell’Ogliastra rappresenta il più imponente testimone dell’erosione calcareo-dolomitico della copertura carbonatica del Giurese.
– Roverella di Illorai: il Quercus pubescens di Illorai è il rappresentante di alcuni tra i più grandi alberi monumentali esistenti in Sardegna, presenta un’altezza di circa 29 m. e una circonferenza al colletto di circa 12 m.
– Sa Preta Istampata: grande parete alta circa 40 m. con un foro quasi perfettamente circolare nella parte superiore, costituisce una delle emergenze rocciose del settore meridionale del Monte Tuttavista di Galtellì.
– Sa Roda Manna: piccola formazione forestale di forma circolare, costituita in larga prevalenza da esemplari di Ilex aquifolium vetusti, che costituisce il lembo residuo di ampie foreste che in passato ricoprivano il monte di Sant’Antonio e il Montiferru.
– Scala di San Giorgio di Osini: identifica il passo montano che attraversa l’orlo del Tacco di Osini in corrispondenza di un valico inciso da una combinazione di diaclasi in grandi bancate dolomitiche orizzontali nelle quali, le pareti verticali intagliate nel calcare, formano lunghe fessure che raggiungono i 100 m. di altezza.
– Sorgente di Su Gologone: situata alle falde del Supramonte di Oliena, presso la riva destra del fiume Cedrino, rappresenta la principale emergenza naturalistica di un vasto sistema carsico ritenuto il più importante della Sardegna.
– Su Corongiu de Fanari: localizzato in agro del comune di Masullas, si presenta come un affioramento di un megapillow andesitico con una caratteristica forma a rosone ed è ascrivibile al primo ciclo sedimentario marino miocenico.
– Su Stampu e Su Turrunu: singolare tunnel che si sviluppa nelle rocce giurassiche e che sfocia in una piccola grotta che si affaccia sul torrente su Longufresu.
– Su Suercone: dolina di origine carsica situata nel vasto altopiano di calcare mesozoico del Supramonte di Orgosolo.
– S’Archittu di Santa Caterina: scogliera di pregevole bellezza costituita da calcari sedimentari del miocene medio, articolati in promontori e cale, e situata nell’area meridionale costiera della regione del Montiferru.
– Tassi di Sos Niberos: la foresta di Sos Niberos è composta da oltre 1000 Taxus baccata di cui diversi plurisecolari, l’esemplare di maggiori dimensioni ha un’altezza di 11 m. e un diametro a 1 m. dal suolo di circa 7,5 m.
– Texile di Aritzo: è un tacco calcareo del Giurese a forma di fungo sbrecciato, che sorge come un blocco dalle pareti verticali ed in parte strapiombanti, su un rilievo coniforme modellato nel complesso scistoso del Paleozoico.
Riferimenti
SardegnaAmbiente, 2021. Monumenti naturali, Provvedimenti istitutivi. https://portal.sardegnasira.it/web/sardegnaambiente/monumenti-naturali.
Marco Porceddu
Bocchieri E., 1990. Some herborizations on the islet of Pan di Zucchero (Sardinia W-SW). Plant Biosystem, 124: 615-621.
Carmignani L., Cocozza T., Gandin A. & Pertusati P.C., 1982. Guida alla geologia del Paleozoico Sardo. Società Geologica Italiana, 215 pp. Bologna.
Cesaraccio M., Puxeddu C. & Ulzega A., 1986. Geomorfologia della fascia costiera tra Buggerru e Portixeddu nella Sardegna sud occidentale. Rendiconti del Seminario della Facoltà di Scienze dell’Università di Cagliari, 56: 75-89.
Corti C., Lo Cascio P., Razzetti E., 2006. Erpetofauna delle isole italiane. In: Sindaco R., Doria G., Razzetti E., Bernini F. (eds), Atlante degli Anfibi e dei Rettili d’Italia / Atlas of Italian Amphibians and Reptiles. Societas Herpetologica Italica, Edizioni Polistampa, Firenze, 792 pp.
RAS, 2014. Piano di gestione del SIC “ITB040029 Costa di Nebida”.