ISSN 2970-2321

Cette fiche a été rédigée dans le cadre du projet d’Atlas encyclopédique des Petites Iles de Méditerranée, porté par le Conservatoire du Littoral, l’Initiative PIM, et leurs nombreux partenaires.
This sheet has been written as part of the encyclopedic Atlas of the Small Mediterranean Islands project, carried out by the Conservatoire du Littoral, the PIM Initiative and their numerous partners.
(https://pimatlas.org)

CLUSTER

Sottobacino : Sardegna

Isole dell’Iglesiente

Autore : Marco Porceddu

Data di creazione : 3 aprile 2018

Per citare questa versione :  PORCEDDU, M. (2018). Foglio di cluster : Isole dell’Iglesiente – Sottobacino : Sardegna. Atlas of Small Mediterranean Islands. https://pimatlas.org/explorer-atlas/clusters/isole-delliglesiente/

Composizione del cluster : isole 5
Composizione del cluster: arcipelaghi
Numero di isole con almeno uno status di protezione nazionale
Numero di isole con almeno uno status di protezione internazionale
Numero di isole con almeno un manager

Descrizione


Il cluster delle Isole dell’Iglesiente è localizzato nella Sardegna sud-occidentale, nel territorio costiero appartenente alla Provincia del Sud Sardegna. A livello biogeografico, il cluster ricade nel settore Sulcitano-Iglesiente, e più nel dettaglio nel sottosettore Iglesiente (Fenu et al., 2014). Il cluster ha una superficie stimabile di circa 6 ettari, ed è composto dall’isolotto del Pan di Zucchero, dagli scogli de Il Morto e di S’Agusteri e dalla falesia di Punta de Is Cicalas, i quali, nell’insieme, con la denominazione di Pan di Zucchero e Faraglioni di Masua sono stati dichiarati Monumento Naturale ai sensi della Legge Regionale n. 31/89.

Il cluster delle Isole dell’Iglesiente è inclusa nella Zona Speciale di Conservazione (ZSC) Costa di Nebida (ITB040029) che in linea d’aria copre una distanza Nord-Sud di circa 20 km e si estende su una superficie di 8433 ha (di cui l’11% risulta essere marino).

Dal punto di vista geologico, l’area in cui ricade il cluster presenta caratteristiche riconducibili all’era Paleozoica. In questa zona, il basamento Ercinico sardo è sostituito da formazioni sedimentarie e metamorfiche del Paleozoico-inferiore, identificabili come Formazione di Cabitza (argilloscisti, metarenarie e metasiltiti, e calcescisti), Formazione di Gonnesa (calcare ceroide, metacalcari e metadolomie) e Formazione di Nebida (metarenarie a cemento carbonatico, metadolomie, filladi, spesso con intercalazioni di metaconglomerati e marmi dolomitici) (Carmignani et al., 1996). Queste formazioni rappresentano uno dei nuclei geologici più antichi a livello Mediterraneo e sono interessanti per la presenza di fossili, tra i quali le trilobiti, le archeociatine e i graptoliti, e per i numerosi minerali il cui sfruttamento ha fatto sorgere numerose miniere. In particolare, il complesso calcareo denominato Formazione di Gonnesa, per la cospicua presenza di minerali, principalmente blenda e galena argentifera (mineralizzazioni di solfuri di zinco e piombo), veniva chiamato dagli antichi minatori e dalle popolazioni locali il complesso “metallifero”.

Dal punto di vista vegetazionale, l’area che comprende il cluster risulta di particolare importanza per la presenza di formazioni vegetali uniche, riconducibili a numerosi habitat di interesse comunitario, tra cui si segnalano l’Habitat 1240 – Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici e l’habitat prioritario (All. I della Direttiva 92/43/CEE) 1120* – Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae). A livello floristico, l’area del cluster è caratterizzata dalla presenza di diverse specie di elevata importanza conservazionistica; tra queste si segnala la presenza di Linum muelleri, Brassica insularis e Daucus rouyi, specie incluse nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE, e di entità vegetali esclusive del sottosettore Iglesiente come Bellium crassifolium, Cephalaria bigazzii, Genista insularis subsp. fodinae, Genista valsecchiae, Genista ovina, Malva lusitanica subsp. pallescens, Limonium merxmuelleri subsp. merxmuelleri, Ophrys normanii, e Sesleria insularis subsp. morisiana.

Per quanto riguarda l’aspetto faunistico dell’area, si possono segnalare la presenza di molteplici specie di interesse conservazionistico, di cui diverse elencate negli allegati della Direttiva Uccelli 2009/147/CE e Direttiva Habitat 92/43/CEE. Di particolare rilievo risulta la presenza di numerose specie di uccelli, tra cui il falco pescatore (Circus aeruginosus), il falco della regina (Falco eleonorae), il falco pellegrino (Falco peregrinus), il marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis subsp. desmarestii) e la sterna comune (Sterna hirundo). Per quanto riguarda l’erpetofauna delle isole di questo cluster, si evidenzia la presenza del tarantolino (Euleptes europaea), endemismo tirrenico, della lucertola tirrenica (Podarcis tiliguerta), endemismo sardo-corso e del gongilo (Chalcides ocellatus) (Corti et al., 2006).

Conoscenza


Interessi


Pressioni


Gestione / conservazione


Storia della Miniera di Masua

 

Masua, una frazione facente parte del comune di Iglesias, è particolarmente conosciuta per il suo epico passato legato all’attività estrattiva e mineraria e per le sue splendide spiagge. Il sito minerario di Masua è situato nella zona nordoccidentale del Bacino minerario del Sulcis-Iglesiente, e più precisamente si trova nella fascia costiera fra il Golfo del Leone e la cala di Buggerru. L’inizio dell’attività estrattiva risale alla seconda metà dell’800, e la prima concessione è datata 1863. Alle soglie della prima guerra mondiale, la miniera fu sotto il controllo della Società Anonima Miniere di Lanusei. Negli anni venti la miniera rischiò la chiusura, ma questo fu evitato grazie alla società belga Vieille Montagne, la quale, nel 1925, assorbì Masua in un unico centro minerario e che si servì di un’ardita opera ingegneristica, ideata dall’Ing. Vecelli, creata con l’intento di abbattere i costi di trasporto e di imbarco del minerale. Tale sistema permetteva di imbarcare sui piroscafi, utilizzando nastri trasportatori, il minerale immagazzinato nel sottosuolo all’interno dei silos di Porto Flavia.

Nei tempi a seguire, diverse società si alternarono per lo sfruttamento del giacimento che era composto prevalentemente da una miscela di solfuri e ossidati di piombo e zinco. Nonostante gli ammodernamenti, a seguito della crisi degli anni 30, la miniera di Masua passò alla Società Piombo Zincifera Sarda. Nella seconda metà del 900 vennero realizzati impianti minero-metallurgici per il recupero del metallo e di arricchimento, e un impianto di flottazione in grado di flottare 300 tonnellate di materiale al giorno.

L’attività mineraria, per ragioni principalmente economiche, scemò progressivamente a partire dalla metà degli anni ottanta per cessare definitivamente nell’anno 1991 con la chiusura dei cantieri, mentre gli impianti restarono attivi fino al 1997 (sito web Regione Autonoma della Sardegna).

Attualmente, il patrimonio minerario di Masua risulta gestito dall’IGEA.

Riferimenti

Regione Autonoma della Sardegna, 2017. Masua. http://www.regione.sardegna.it/ (accesso al sito: 13 Gennaio, 2017).

Marco Porceddu

Bibliografia


  1. Carmignani L., Barca S. & Conti P., 1996. Carta geologica della Sardegna. Comitato per il coordinamento della cartografia geologica e geotematica della Sardegna.

  2. Corti C., Lo Cascio P., Razzetti E., 2006. Erpetofauna delle isole italiane. In: Sindaco R., Doria G., Razzetti E., Bernini F. (eds), Atlante degli Anfibi e dei Rettili d’Italia / Atlas of Italian Amphibians and Reptiles. Societas Herpetologica Italica, Edizioni Polistampa, Firenze, 792 pp.

  3. Fenu G., Fois M., Cañadas E. M. & Bacchetta G., 2014. Using endemic-plant distribution, geology and geomorphology in biogeography: the case of Sardinia (Mediterranean Basin), Systematics and Biodiversity, 12: 181-193.

Tableau récapitulatif des clusters et îles du sous-bassin


NOME DELLE ISOLE E DEGLI ISOLOTTI NOME DELL’ARCIPELAGO superficie (ha) Altitudine massima (metro) Linea costiera (metri) Distanza dalla costa (miglio nautico) Coordinate geografiche Proprietà Isole con almeno uno status protetto Presenza di un manager
Latitudine Longitudine
Scoglio il Morto Isole dell’Iglesiente

0,342046 33     39,3050458 8,43216131      
Scoglio meridionale l’Agusteri 0,438391 35     39,3122175 8,42691258      
Scoglio l’Agusteri 0,19305 36 39,3162326 8,42436758
Isola di Pan di Zucchero 4,99746 133 39,3338934 8,40000129
Isolotto di Buggerru 0,008 5 39,4077776 8,40348239