ISSN 2970-2321

Cette fiche a été rédigée dans le cadre du projet d’Atlas encyclopédique des Petites Iles de Méditerranée, porté par le Conservatoire du Littoral, l’Initiative PIM, et leurs nombreux partenaires.
This sheet has been written as part of the encyclopedic Atlas of the Small Mediterranean Islands project, carried out by the Conservatoire du Littoral, the PIM Initiative and their numerous partners.
(https://pimatlas.org)

ISOLE

Cluster : ISOLE N SICILIA

Sottobacino : SICILIA

Scoglio di Brolo

Scritto da : Salvatore Pasta ; Pietro Lo Cascio

Data di creazione : 31/05/2021

Per citare questa versione :  PASTA, S., LO CASCIO, P. (2021). Foglio dell’isola : Scoglio di Brolo – Sottobacino : Sicilia. Atlas of Small Mediterranean Islands. https://pimatlas.org/scoglio-di-brolo/

Comune Brolo
Arcipelago Northern Sicilian coast
Area (ha) /
Costa (metri) /
Distanza dalla costa (miglio nautico) 0.2
Altitudine massima (metri) 9
Coordinate geografiche Latitudine 38,165122
Longitudine 14,825614
Proprietà della terra /
Organo di gestione /
Stato di protezione nazionale /
internazionale /

Descrizione


Lo Scoglio di Brolo, noto anche con il nome di ‘Scoglio del Pianto’ o ’u Ploratu e un tempo anche come ‘Petra di Brolu’, è un’emergenza rocciosa che dista circa 450 m dalla linea di costa ed è posto al centro di una piccola baia situata nel settore nord-occidentale dei Monti Peloritani. Di recente lo scoglio è stato efficacemente paragonato ad ‘una lenticchia nell’oceano’ perché apparentemente avulso dal contesto geologico dal quale emerge. Si tratta infatti del residuo di un affioramento di marmo impuro a grana media frammisto a paragneiss e micascisti (rocce metamorfiche) del Paleozoico, litotipi cristallini ampiamente rappresentati nel vicino entroterra dell’isola maggiore ma assenti nelle immediate adiacenze della costa e del fondale che circonda lo scoglio. La sua porzione emersa è alta circa 15 m s.l.m., si eleva da un fondale sabbioso profondo 14 m e si sviluppa secondo un asse Est-Ovest. Esso è lungo circa 43 m e largo circa 29 m e occupa una superficie di 997 m2, mentre il suo perimetro è pari a 137 m. La sua porzione sottomarina presenta pareti verticali scarsamente colonizzate e numerosi blocchi di roccia distribuiti sul versante nord, più profondo (circa 18 m).

L’aspetto armoniosamente simmetrico dello scoglio gli conferisce un’inconfondibile sagoma curvilinea che ricorda la ‘gobba’ di un cetaceo emerso bruscamente dal mare: la parte inferiore è rastremata per via dei solchi di battente, mentre il suo contorno è reso irregolare dalla presenza di diversi spuntoni rocciosi.

Sulla base dei valori medi registrati nella vicina stazione termo-pluviometrica di Capo D’Orlando, l’area è interessata da precipitazioni piovose pari a 615 mm, presenta una temperatura media annua di 18.4 °C ed è caratterizzata da un bioclima con termotipo termomediterraneo inferiore ed ombrotipo subumido superiore.

Stato delle conoscenze


Sia la sua porzione emersa sia il settore sottomarino sono state oggetto di accurati rilievi geomorfologici, condotti circa 10 anni fa da Lo Presti et al. Tali prospezioni hanno portato alla scoperta di conglomerati fossiliferi a circa -3,5 m.

Le uniche informazioni disponibili sugli aspetti biologici della parte emersa dello Scoglio di Brolo sono invece frutto di una singola visita di circa 40 minuti effettuata da S. Pasta e I. Buscemi il 23 agosto del 2014, finalizzata al censimento della flora vascolare. In tale occasione è stato possibile annotare qualche osservazione sulla presenza stagionale di Larus michahellis (Naumann) ed osservare uccelli in sosta provenienti dalla costa antistante. Non sono disponibili dati sulla fauna invertebrata dell’isolotto. In considerazione della sua fisiografia (esposizione al moto ondoso, assenza di suolo) appare tuttavia altamente improbabile che esso ospiti elementi faunistici di particolare rilievo.

Anche le informazioni sull’ambito marino sono parziali e inedite, frutto di 3 immersioni effettuate da G. Scotti tra il 2006 ed il 2009.

Interesse


Lo scoglio di Brolo non ospita alcuna specie vegetale e animale d’interesse. Ciò è dovuto non soltanto alla sua modesta estensione ma anche alla sua esposizione al moto ondoso, che può risultare particolarmente violento nel periodo invernale; a questo si somma il disturbo dovuto alla presenza di alcune coppie nidificanti di Larus michahellis durante la stagione primaverile, testimoniata dalla presenza diffusa di guano e di cumuli di semi di Olea europaea L. var. sylvestris (Mill.) Lehr., e alla frequentazione antropica durante la stagione estiva. La flora vascolare censita nel corso di una visita effettuata nell’estate del 2014 consta di circa 15 taxa: si tratta perlopiù di piante nitrofilo-ruderali quali Parietaria judaica (L.) L., Hyoscyamus albus L., Solanum nigrum l., Setaria sp., Raphanus raphanistrum, ecc., disperse prevalentemente dai gabbiani o da altri uccelli che vi stazionano di frequente, come Columba livia Gmelin. Particolarmente diffusi risultano Chenopodium album L. e Portulaca cfr. oleracea L., mentre le uniche due specie perenni presenti sull’isolotto sono Limbarda crithmoides (L.) Dumort. subsp. crithmoides, che domina aspetti estremamente semplificati di vegetazione casmo-alofila (classe Crithmo-Limonietea Br.-Bl. 1947, habitat 1240), ed un singolo individuo di Olea europaea var. sylvestris, probabilmente disperso da Larus michahellis.

In ambito marino i popolamenti animali più rappresentativi sono quelli dei policheti filtratori Sabella spp., Protula spp., e Serpula spp. Le pareti dello scoglio sono spesso frequentate da branchi numerosi di Hermodice carunculata (Pallas). Al di sotto della fascia intertidale è presente una consistente popolazione di Lithophaga lithophaga (Linnaeus), specie inserita nell’Annesso IV della Direttiva 92/43/CEE ‘Habitat’. Per il resto le comunità vegetali ed animali sottomarine non evidenziano la presenza di specie di particolare interesse naturalistico.

Box 1. Scogli magici, leggendari e sacri

 

Da tempo immemore gli scogli e le secche, soprattutto quelli più pericolosi o dalla forma particolarmente armoniosa o insolita, costituiscono lo scenario di aneddoti, racconti, proverbi e superstizioni. Lo scoglio di Brolo è parte di questi luoghi ‘magici’ e ‘leggendari’. I vecchi pescatori del posto tramandano ancora una leggenda che potrebbe essere riferita ad una donna realmente esistita nel XVII secolo, Maria Lancia, della casata dei signori di Brolo. La bellissima principessa trascorreva le giornate attendendo con impazienza l’arrivo del suo spasimante, che approdava con una piccola barca sulla scogliera sotto le mura del castello per raggiungerla nel segreto della notte aggrappandosi alle sue lunghe trecce. Venuto a conoscenza di tali incontri clandestini, il fratello della principessa, geloso e adirato, decise di uccidere il giovane che insidiava l’onore della sorella. Così, in una notte buia e senza stelle, dopo l’ennesimo appuntamento amoroso, il giovane si calò per l’ultima volta giù dal castello, ignaro di trovarvi la morte. Appoggiato allo scoglio antistante, il fratello lo aggredì ferendolo, lo finì, lo mise in un sacco e, dopo averlo legato ad un masso, lo gettò in fondo al mare. Invano la bella Maria attese il ritorno del suo amore, sospirando e piangendo, sfinendosi sino a morire a sua volta. Si narra che l’anima della principessa continui ad aleggiare nei pressi dello scoglio, augurando ai pescatori che prendono il largo una pesca copiosa quando c’è bonaccia: “Juta e vinuta! Bona piscata!” (= Andata e ritorno! Buona pesca!) e richiamandoli a riva con gesti e richiami quando la tempesta s’avvicina: “Isati li riti! Viniti! Turnati!” (= Issate le reti! Venite! Tornate!). Questa leggenda sembrerebbe essere all’origine del nome vernacolare con cui lo scoglio di Brolo viene indicato dai pescatori del luogo, ’u scogghiu d’’u ploratu ovvero lo scoglio del pianto. Il termine ‘plorato’ deriva dal francese ‘pleurer’, piangere: gli anziani di Brolo sono gli ultimi a parlare un dialetto ricco di francesismi, residuo delle parlate gallo-italiche un tempo diffuse in diversi centri del Messinese e dell’Ennese. Non è del tutto inverosimile, invece, che il ‘pianto’ udito dai residenti delle coste antistanti fosse il canto della berta maggiore Calonectris diomedea (Scopoli, 1769), che forse un tempo può avere nidificato sullo scoglio.

La posizione, la sagoma e la forma simmetrica dello scoglio continuano a ispirare la religiosità locale: ogni estate in agosto una statua del Cristo degli Abissi viene riportata in superficie e posta in cima allo scoglio, dove nel corso delle settimane successive è oggetto di venerazione. Quando ormai è asciutta e libera da concrezioni organogene, viene rimessa in acqua.

Pressioni


Inserito in un contesto morfologico di modesto valore paesaggistico per via della monotonia dei fondali sabbiosi, lo Scoglio di Brolo rappresenta un’attrattiva per la subacquea ricreativa e la nautica da diporto. L’isolotto è inoltre meta abituale dei bagnanti che la raggiungono su mezzi nautici o a nuoto e vi sostano lungamente durante le giornate estive. Tale presenza arreca senza dubbio un disturbo quasi costante agli uccelli che vi sostano.

Sul punto più elevato dello scoglio di Brolo è stato costruito di recente un basamento in cemento che durante la stagione estiva ospita temporaneamente una statua in gesso del Cristo degli Abissi, cui gli abitanti dell’antistante borgata marinara rendono omaggio durante la Festa del Mare che si celebra in agosto. Allo scopo è stato realizzato un percorso in cemento, mentre per agevolare l’approdo e la sosta temporanea delle barche dei pellegrini sono stati messi in posto diversi ganci in acciaio. Questo percorso viene illuminato con candele riposte all’interno di piatti e ornato (si fa per dire) da addobbi floreali di plastica. Mentre la suggestione della luminaria estiva dura una notte, l’accumulo di resti non biodegradabili lascia tracce sempre più numerose e durature.

Tra i fattori maggiormente impattanti l’ambiente sommerso, l’ancoraggio non regolamentato, il calpestio e l’abbandono di rifiuti durante la stagione estiva e l’inquinamento di tipo cloacale proveniente da alcuni scarichi rappresentano una fonte di degrado per le acque marine costiere e le biocenosi presenti.

Gestione e Conservazione


Attualmente l’isolotto non gode di alcuna misura di protezione. 

Per la parte sommersa, l’unica forma di tutela è costituita da un’ordinanza di sicurezza balneare (n° 05/2016) emanata dal Circondario Marittimo di Sant’Agata Militello, che vieta il transito, la sosta, l’ormeggio e l’ancoraggio a tutte le unità a vela o a motore nel tratto di mare compreso fra lo Scoglio di Brolo ed il lungomare “L. Rizzo” del comune di Brolo. L’area interdetta è rappresentata da un triangolo il cui vertice nord è posto sullo scoglio di Brolo (Lat. 38°09’53,87’’ Nord – Long. 014°49’32,15’’ Est) e gli altri due vertici sulla spiaggia antistante, ad Ovest (Latitudine 38°09’38,45’’ Nord – Longitudine 014°49’30,10’’ Est) e ad Est (Latitudine 38°09’42,07’’ Nord’ – Longitudine 014°49’42,46’’ Est).

Bibliografia


  1. Carbone S., Lentini F. & Vinci G., 1998. Carta geologica del settore occidentale dei Monti Peloritani (Sicilia nord-orientale). S.El.Ca., Firenze.
  2. Ferla P., 1972. Serie metamorfiche dei Monti Peloritani occidentali (Messina). Rendiconti della Società italiana di Mineralogia e Petrografia, 28: 125-151.
  3. Lo Presti V., Gasparo Morticelli M., Antonioli F., Sulli A. & Catalano R., 2010. The Brolo island, a lentil in the “Ocean”. Rendiconti Online della Società geologica italiana, 2: 672-673.
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