ISSN 2970-2321

Cette fiche a été rédigée dans le cadre du projet d’Atlas encyclopédique des Petites Iles de Méditerranée, porté par le Conservatoire du Littoral, l’Initiative PIM, et leurs nombreux partenaires.
This sheet has been written as part of the encyclopedic Atlas of the Small Mediterranean Islands project, carried out by the Conservatoire du Littoral, the PIM Initiative and their numerous partners.
(https://pimatlas.org)

ISOLE

Cluster : ISOLE N SICILIA

Sottobacino : SICILIA

Scoglio di Patti / Pietra di Patti

Scritto da : Salvatore Pasta ; Pietro Lo Cascio

Data di creazione : 07/07/2021

Per citare questa versione :  PASTA, S., LO CASCIO, P. (2021). Foglio dell’isola : Pietra di Patti – Sottobacino : Sicilia. Atlas of Small Mediterranean Islands. https://pimatlas.org/pietra-di-patti/

Comune Patti
Arcipelago Northern Sicilian coast
Area (ha) /
Costa (metri) 180
Distanza dalla costa (miglio nautico) 0,6
Altitudine massima (metri) /
Coordinate geografiche Latitudine 38,160989
Longitudine 14,989828
Proprietà della terra /
Organo di gestione /
Stato di protezione nazionale /
internazionale /

Descrizione


La Pietra di Patti, chiamata dai locali anche ’u Liuni (= il Leone) e ’u Ciafagghiuni (= la Palma nana), indicata anche come ‘Faraglione di Patti’ in alcune carte e resoconti del Settecento, è alto 20 m s.l.m., ha un perimetro di 188 m ed una superficie emersa di 1795 m2. Assieme al vicino Scoglio (o Scoglietto) di Patti rappresenta la parte emergente di un unico corpo roccioso di natura conglomeratica e arenitica, prevalentemente sommerso.

Le rocce della sua parte emersa sono costituite da conglomerati e sabbie riferiti al cosiddetto ‘Flysch di Capo d’Orlando’ (Oligocene superiore – Burdigaliano, c. 25-16 milioni d’anni fa).

Posta quasi al centro del Golfo di Patti a 1060 m dalla costa siciliana, essa costituisce un elemento essenziale del paesaggio locale. Un braccio di mare che raggiunge una profondità massima di 27 m la separa dall’isola maggiore, mentre sul lato nord emerge da un fondale sabbioso profondo circa 35-40 m.

La Pietra di Patti non reca alcun segno di presenza umana; tuttavia una stampa realizzata sul finire del XVIII secolo la raffigura come punto di attacco delle cime della camera della morte a servizio della locale tonnara. L’inconfondibile sagoma dello scoglio, che ricorda tuttora la forma di un berretto, fu modificata sensibilmente nell’agosto-settembre del 1943, quando le forze anglo-americane che invasero la Sicilia lo utilizzarono come bersaglio per le prove balistiche che precedettero le incursioni aeree ed i cannoneggiamenti navali.

Sulla base dei dati delle stazioni di rilevamento termo-pluviometrico più vicine, si presume che l’area sia soggetta al bioclima caratteristico del cluster di pertinenza, caratterizzato da un termotipo termomediterraneo inferiore e da un ombrotipo subumido superiore, con temperature medie annue comprese tra 16.8 e 18.8 °C e precipitazioni comprese tra 615 e 730 mm.

Stato delle conoscenze


Le informazioni sulla costituzione geologica dell’isolotto sono state desunte da una carta geologica realizzata nel corso degli anni Novanta del secolo scorso da Caliri e colleghi e dal foglio geologico ufficiale dell’ISPRA (Foglio 599 ‘Patti’) pubblicato nel 2013. La Pietra di Patti (così come lo scoglio di Patti) è costituita da conglomerati poligenici e arenarie arkosiche del ‘Flysch di Capo d’Orlando’ (Oligocene superiore-Burdigaliano, c. 25-16 milioni d’anni fa). La struttura è una monoclinale, con strati immergenti verso ovest e inclinati di circa 45°. Ciò ha determinato un profilo asimmetrico, con un versante occidentale meno inclinato (dove immergono gli strati) e un versante orientale più ripido (dove affiorano le testate degli strati).

I dati geomorfologici sono stati acquisiti sia da indagini interpretative di foto aeree e immagini da Google Earth, sia dall’analisi delle informazioni geologiche esistenti. Nel loro insieme, la Pietra e lo Scoglio di Patti sono due faraglioni la cui genesi è dovuta ai processi di “spianamento” marino che, finora, hanno risparmiato questi due piccoli rilievi rocciosi residuali. Nella parte immediatamente sommersa presentano modeste superfici di erosione (piattaforme di abrasione) intagliate nelle rocce del Flysch di Capo d’Orlando, che passano ad un fondale sabbioso (superficie deposizionale marina) molto esteso. La Pietra di Patti mostra coste rocciose a picco sul mare (falesie marine) alte da 1-2 m (lato occidentale e meridionale) fino a più di 10 m (lato orientale e nord-occidentale – quest’ultimo più esposto alle mareggiate). Ad un livello marino relativamente più alto è da ricondurre la modesta e discontinua piattaforma di abrasione marina emersa, larga mediamente un paio di metri, che segue il perimetro dell’isolotto e che si interrompe su una falesia abbandonata e degradata, attiva occasionalmente durante le mareggiate più intense. Lo Scoglio di Patti presenta una costa a falesia alta 1-2 m e, internamente, una piattaforma di abrasione marina emersa.

Le informazioni disponibili sugli aspetti biologici della parte emersa della Pietra di Patti sono frutto di due visite effettuate da M. Crisafulli, una di due ore (30 agosto del 2015), ed una di circa 40 minuti (5 giugno 2021). Non si dispone di dati relativi agli invertebrati; tuttavia, considerando la limitata estensione ed il fatto che buona parte della superficie della Pietra di Patti è costantemente esposta all’azione del moto ondoso, è lecito ritenere che il corpo emerso ospiti un contingente faunistico molto modesto.

Anche le informazioni sull’ambito marino sono parziali e inedite, frutto di circa 15 immersioni effettuate da G. Scotti tra il 2004 ed il 2015.

Interesse


La Pietra di Patti non ospita nessun elemento floristico né faunistico di particolare rilievo. Due specie legnose – Capparis spinosa L. subsp. rupestris (Sibth. & Sm.) Nyman e Ficus carica L. var. caprificus Risso – rappresentate rispettivamente da pochi o singoli individui. Altre specie vegetali (censite nel 2015 ma assenti nel 2021) sono Chenopodium album L., Portulaca oleracea L. s.l., e Digitaria cfr. sanguinalis (L.) Scop., tipiche di colture irrigue estive e ambiti ruderali, senza dubbio disperse da uccelli che hanno sostato negli orti suburbani della costa antistante.

La Pietra di Patti ha ospitato una coppia nidificante di gabbiano reale, Larus michahellis Neumann, sia nel 2020 sia nel 2021, mentre sono assenti altri vertebrati terrestri. Alcuni pescatori di Marina di Patti hanno osservato stazionarvi di frequente il falco pellegrino (Falco peregrinus Tunstall), ma non è stato possibile confermare la sua nidificazione sullo scoglio.

La Pietra di Patti è circondata da un fondale con sabbie fini, interrotto da grandi scogli e nuclei localizzati di Posidonia oceanica (L.) Delile. La natura del fondale e la presenza di un intenso idrodinamismo creano condizioni di notevole torbidità dell’acqua, a vantaggio di popolamenti bentonici di invertebrati filtratori come Sabella spallanzanii (Gmelin), Serpula spp. e Protula spp., che colonizzano le pareti sommerse. La comunità vegetale è caratterizzata da specie tolleranti alti tassi sedimentari quali Codium bursa (Olivi) C. Agardh e C. vermilara (Olivi) Delle Chiaje. Le ampie fessurazioni della roccia caratterizzate da una bassa luminosità ospitano i poriferi Agelas oroides (Schmidt), Spirastrella cunctatrix Schmidt, e specie perforanti quali Cliona viridis (Schmidt) e C. celata Grant. Le pareti poco illuminate esposte a nord sono colonizzate da Eunicella singularis (Esper). La fauna ittica è rappresentata da specie predatrici come Seriola dumerili (Risso), Dentex dentex (Linnaeus) e popolamenti ormai stanziali di Sphyraena viridensis Cuvier. Tra le strutture rocciose trovano rifugio specie di buon valore commerciale come saraghi (Diplodus spp.), corvine (Sciaena umbra Linnaeus), cernie (Epinephelus spp.) e scorfani (Scorpaena spp.).

Pressioni


La Pietra di Patti è inserita in un contesto morfologico di modesto valore paesaggistico causato dalla monotonia di fondali sabbiosi e rappresenta pertanto un elemento di grande attrazione per la subacquea ricreativa e la nautica da diporto. Nei mesi estivi, infatti, un elevato numero di imbarcazioni da diporto stazionano in prossimità della Pietra di Patti e dello Scoglietto di Patti, che rappresentano gli unici siti frequentati da Centri Diving e dai pescatori subacquei locali. Tuttavia, si può escludere che tale presenza costituisca un effettivo elemento di disturbo per il modestissimo popolamento biologico dell’isolotto.

Gestione e Conservazione


Attualmente l’isolotto non gode di alcuna misura di protezione. Anche per la parte sommersa non esiste alcuna forma di tutela. Per un raggio di 100 m dallo Scoglio di Patti, vige tuttavia il divieto di transito, di balneazione, di sosta e di ancoraggio di qualsiasi mezzo nautico. È vietata altresì la pesca subacquea (in apnea o con bombole), il posizionamento di attrezzi (da pesca e non) e qualsiasi altra attività marittima che comporti la presenza non autorizzata di persone o cose. Tali divieti derivano dalla presenza di numerosi ordigni bellici risalenti all’ultimo conflitto mondiale.

Bibliografia


  1. Caliri A., Carbone S., Carveni P., Catalano S., Lentini F., Strazzulla S., Vinci G. & Vinciguerra G., 1993. Carta geologica del Golfo di Patti (Sicilia settentrionale) (scala 1:25.000). S.El.Ca Firenze.
  2. Sciacca G.C., 2009. Il golfo di Patti nei viaggiatori dal XVI al XX secolo. Il Pungitopo Editrice, Marina di Patti, 384 pp.
  3. Servizio Geologico d’Italia, 2013. Foglio 599 ‘Patti’. Carta Geologica d’Italia alla scala 1:50.000, ISPRA, Regione Siciliana (https://www.isprambiente.gov.it/Media/carg/599_PATTI/Foglio.html).
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