ISSN 2970-2321

Cette fiche a été rédigée dans le cadre du projet d’Atlas encyclopédique des Petites Iles de Méditerranée, porté par le Conservatoire du Littoral, l’Initiative PIM, et leurs nombreux partenaires.
This sheet has been written as part of the encyclopedic Atlas of the Small Mediterranean Islands project, carried out by the Conservatoire du Littoral, the PIM Initiative and their numerous partners.
(https://pimatlas.org)

ISOLE

Cluster : SUD EST

Sottobacino : SICILIA

Vendicari

Scritto da : P. Lo Cascio, R. Ientile, P. Minissale & S. Sciandrello

Data di creazione : 09/07/2021

Per citare questa versione :  LO CASCIO, P., IENTILE, R., MINISSALE, P., SCIANDRELLO, S. (2021). Foglio dell’isola : Vendicari – Sottobacino : Sicilia. Atlas of Small Mediterranean Islands. https://pimatlas.org/isola-di-vendicari/

Vendicari (Bing Maps)
Comune Pachino
Arcipelago
Area (ha) 4,98
Costa (metri) 550
Distanza dalla costa (miglio nautico) 0,2
Altitudine massima (metri) 3
Coordinate geografiche Latitudine 36,791769
Longitudine 15,105211
Proprietà della terra /
Organo di gestione /
Stato di protezione nazionale  /
internazionale /

Descrizione


L’isolotto di Vendicari è situato nella baia omonima, indicata come dahlat ibn-Dikani (= cala di Dikani) dal geografo Edrisi nel XII secolo d.C.; esso ha una superficie di circa 4.45 ha, è lungo 320 m e largo 255 m e presenta un’elevazione massima di 3 m s.l.m.; dista 445 m da Punta dell’Isola, il punto più vicino della costa siciliana. Durante l’ultimo massimo glaciale l’isolotto era certamente connesso con la terraferma, e non si può escludere che lo fosse anche in epoca classica, periodo in cui il livello marino era almeno un metro inferiore rispetto all’attuale.

L’isolotto costituisce la porzione emersa di un fondale calcarenitico profondo tra 4 e 6 m sul lato occidentale prossimo alla costa dell’isola maggiore e 14 m sul lato orientale; presenta contorni rocciosi, ad eccezione del settore occidentale, dove è ubicata la spiaggia, in connessione dinamica con la cuspide sabbiosa di Punta dell’Isola. Nel lato meridionale è invece presente una laguna estesa circa 1000 m2.

L’isolotto è situato sul settore costiero orientale dell’Altopiano Ibleo, che a sua volta costituisce la parte emersa di un segmento moderatamente deformato del margine continentale africano. Le rocce affioranti sono biocalcareniti giallastre e calciruditi, soggette a processi carsici piuttosto intensi e coperte da sabbie recenti sul settore occidentale.

Tuttora vaghe e insufficienti sono le informazioni relative al ruolo che l’isolotto può avere svolto per le comunità umane insediatesi nel Siracusano in periodo preistorico, protostorico e storico. Tra il 1990 e 1992 sono stati scoperti i resti di un antico stabilimento per la lavorazione del pesce, probabilmente di età romana. Un’illustrazione restituitaci da Jean-Pierre Hoüel, un viaggiatore francese che visitò l’isolotto sul finire del Settecento, attesta la presenza di una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana e di una grande struttura, già in rovina quando venne raffigurata dall’artista.

Nell’area di Vendicari sorgeva probabilmente l’emporio della colonia greca di Neaiton (l’odierna Noto) ed il territorio ha continuato ad essere abitato senza interruzione. L’importanza del sito e la presenza ininterrotta dell’uomo nell’area sono attestate dalla presenza di manufatti risalenti al periodo bizantino, periodo in cui Noto assunse un ruolo economico e politico di primo piano a livello regionale. La baia di Vendicari era già nel XIII-XIV secolo d.C. sede di un porto di una certa importanza, come attesta la costruzione di una torre sveva (o aragonese) eretta in sua difesa. Tale porto ebbe intensi scambi commerciali (derrate alimentari e prodotti pescati) con Messina e Catania e perse la sua importanza soltanto agli inizi del XIX secolo d.C.. Le saline locali furono sfruttate almeno a partire dal 1400 e tre secoli dopo diventarono funzionali alle operazioni di salagione dei prodotti di una tonnara edificata in loco, la cui attività cessò nel 1884 e riprese nel 1917 per interrompersi definitivamente nel 1943. A quest’ultimo periodo risalgono i ruderi delle costruzioni edificate sull’isolotto, destinate ad ospitare i proprietari della tonnara ed il rais.

Sulla base dei dati termo-pluviometrici relativi alla stazione di Cozzo Spadaro, posta a circa 15 Km di distanza da Vendicari, l’area è interessata da temperature medie annue pari a 18,2 °C e precipitazioni medie annue inferiori a 400 mm, con massimi di piovosità (> 60 mm) concentrati nei mesi di ottobre, dicembre e gennaio e un periodo di stress idrico che si protrae da marzo a settembre con precipitazioni nulle o scarsissime tra giugno e agosto. L’area ricade pertanto nel bioclima termo-mediterraneo con ombrotipo secco superiore.

Stato delle conoscenze


I dati geomorfologici sono stati acquisiti sia da indagini interpretative di foto aeree e immagini da Google Earth, sia dall’analisi delle informazioni geologiche esistenti, sia da rilevamenti sul campo. L’isola è costituita da una piattaforma di abrasione marina emersa che, durante le mareggiate più intense, diviene occasionalmente attiva. Particolarmente esposto alle onde di tempesta è il suo settore sud-occidentale, dove il suolo non riesce ad attecchire a seguito delle cicliche inondazioni costiere. In questo settore, la piattaforma mostra numerosi karren marini (pinnacoli e vasche marine) dovuti al carsismo, il cui sviluppo è controllato da un sistema NNO-SSE di discontinuità tettoniche (fratture e faglie). La costa è bassa e rocciosa, con falesie alte 0,5-1m. Anche l’attuale piattaforma di abrasione, che occupa il fondale marino ai piedi delle falesie, risulta più estesa nei settori sud-occidentali e meridionali, più esposti alle mareggiate. In questi settori, la sua larghezza (sviluppo perpendicolare alla costa) supera i 350 m; negli altri, mostra valori medi di circa 50 m. Più al largo i fondali sono sabbiosi.

Le prime informazioni botaniche sull’isolotto si devono a G. Albo, che lo visitò nel 1909 e nel 1917 (non si dispone di informazioni più precise circa la stagione, le date e la durata delle sue prospezioni) e pubblicò solo quarant’anni dopo i dati raccolti. Quasi un secolo dopo, P. Minissale e S. Sciandrello hanno indagato la flora vascolare e la vegetazione locale durante il mese di maggio 2012. Ulteriori prospezioni in stagioni diverse da quella primaverile consentirebbero di integrare le liste floristiche più recenti. A parte pochi dati relativi all’erpetofauna, pubblicati nei primi anni Settanta del XX secolo da S. Bruno e B. Lanza. Per quanto concerne l’avifauna dell’isola, le informazioni note sono strettamente collegate a quelle dell’area vasta di Vendicari. Il primo elenco ragionato è stato compilato sul finire degli anni Settanta da C. Iapichino; successivamente sono effettuati due aggiornamenti a cura di C. Iapichino e R. Ientile. Tra il 2002 e il 2003 L. Giuga ha effettuato uno studio sulle popolazioni di macroartropodi nell’ambito della propria tesi di laurea.

Interesse


Le specie di piante vascolari osservate da G. Albo circa un secolo fa ammontavano a 67, mentre sono in totale 88 quelle censite da P. Minissale e S. Sciandrello nel 2012. Il modestissimo turnover registrato nell’arco dell’ultimo secolo lascia supporre che gli ecosistemi locali abbiano subito un disturbo del tutto trascurabile e sottolinea la notevole stabilità ecologica dell’isolotto, le cui caratteristiche fisiografiche (scarso sviluppo altitudinale, morfologia sub-pianeggiante) giustificano il numero ridotto di nicchie disponili per eventuali nuovi colonizzatori. Alcune delle poche piante scomparse crescevano senza dubbio in ambienti colturali e ruderali legati all’attività umana ancora presente ai tempi di Albo. Nel recente passato altre specie ruderali, quali Galactites tomentosa, Glebionis coronaria, ecc., sono state invece avvantaggiate dal disturbo indotto dalla presenza di uccelli marini nidificanti.

La flora vascolare dell’isolotto conta alcune specie di un certo interesse biogeografico e/o conservazionistico quali Limonium syracusanum, endemica delle coste del Siracusano, Seseli tortuosum L. subsp. maritimum, endemica dell’area tirrenica, e Launaea fragilis (Pau) Asso, specie delle dune inclusa nelle liste rosse nazionali.

Particolarmente articolato appare il mosaico di consorzi psammofili, cioè legati ai sedimenti sciolti del litorale sabbioso della porzione occidentale dell’isolotto, dove si osservano aspetti riferiti all’associazione Glaucio flavi-Matthioletum tricuspidatae (habitat 1210) a ridosso della battigia dove si registra un accumulo di residui organici trasportati dal moto ondoso, mentre sui depositi sabbiosi si avvicendano e coesistono diverse associazioni tipiche delle dune embrionali (Cypero mucronati-Elytrigietum junceae, habitat 2110; Vulpio membranaceae-Cutandietum divaricatae, habitat 2230) e del retroduna (Centaureo sphaerocephalae-Ononidetum ramosissimae, habitat 2210).

La porzione interna dell’isolotto, caratterizzata da affioramenti rocciosi e da sottili tasche di suolo, ospita comunità arbustive riferibili alle associazioni Halimiono portulacoides-Suaedetum verae e Limonio virgati-Arthrocnemetum macrostachyi (habitat 1420), dominate da poche specie di Amaranthaceae perfettamente adattate a tollerare l’elevato tenore salino dei suoli esposti alle mareggiate ed al continuo apporto di aerosol marino. All’interno di tali formazioni arbustive si rinvengono consorzi a terofite subalofile riferiti al Parapholidetum filiformis (Saginetea maritimae, habitat 1310). Consorzi riferibili ai Thero-Brometalia (classe Stellarietea mediae) prevalgono in corrispondenza dei siti di nidificazione degli uccelli marini, dove il disturbo connesso con il calpestio e il significativo apporto di nutrienti facilita la diffusione di diverse specie ruderali e nitrofile.

L’isola si inserisce in un contesto di eccezionale valore avifaunistico. L’area di Vendicari ospita infatti un grande numero di specie, principalmente legate alle zone umide costiere; una piccola laguna salmastra è presente anche nel settore occidentale dell’isolotto. L’isola allo stesso tempo offre rifugio agli uccelli, essendo un luogo sicuro per l’assenza di predatori terresti e di difficile accesso all’uomo, per questo motivo è stata scelta anche come sito di nidificazione. Fra il 1990 e il 2009 l’isola è stata stabilmente occupata dal Fraticello Sternula albifrons, con 50-80 coppie, numero sensibilmente diminuito negli anni successivi fino alle poche coppie irregolari attuali. La regressione a livello locale è stata tuttavia compensata dalla colonizzazione di altre zone umide nel settore settentrionale della provincia di Siracusa. In tempi recenti l’isola è stata invece occupata dal Gabbiano corso Larus audouinii. Le prime nidificazioni documentate, pari a oltre 50 coppie nel 2010, sono cresciute nel corso del decennio successivo fino a superare le 150 coppie. Attualmente l’isolotto rappresenta l’unico sito noto di nidificazione in Sicilia di Gabbiano corso, e quella locale rappresenta uno delle colonie più importanti in Italia.

Per quanto riguarda le altre specie di uccelli nidificanti, l’isola di Vendicari ospita alcune coppie di Germano reale Anas platyrhynchos, Volpoca Tadorna tadorna, Fratino Charadrius alexandrinus, e di Gabbiano reale mediterraneo Larus michahellis. In inverno è un abituale sito di riposo per il Pellegrino Falco peregrinus. L’erpetofauna è rappresentata da tre specie abbastanza comuni, cioè Podarcis siculus, Hemidactylus turcicus e Tarentola mauritanica.

Sulla base delle indagini sulla macroartropodofauna condotte nel biennio 2002-2003 l’habitat più ricco è rappresentato dal litorale sabbioso, mentre il più povero risulta quello ciottoloso lungo la costa nordoccidentale. Sono state censite 15 specie di coleotteri Tenebrionidi, tra le quali particolare interesse biogeografico rivestono Alphasida grossa subsp. sicula, endemica esclusiva della Sicilia sud-orientale, Dichillus subtilis endemico della Sicilia, Scaurus tristis, piuttosto rara nell’area iblea nonché Erodius siculus e Gonocephalum rusticum. Tra le 13 specie di formiche rinvenute una menzione particolare merita senza dubbio Anergates atratulus, parassita sociale di altre specie di formiche del genere Tetramorium, noto per una singola località della Sicilia. Rilevante è l’assenza di Opilioni e il numero ridotto di coleotteri Carabidi, rappresentati da un’unica specie del genere Pterostichus.

Pressioni


La principale forma di disturbo è rappresentata dall’accumulo di rifiuti solidi trasportati dal moto ondoso. Nel complesso, l’isolamento e i vincoli che derivano dal regolamento dell’area protetta, che vieta lo sbarco e la fruizione dell’isolotto, garantiscono un soddisfacente mantenimento del grado di naturalità e integrità del sito, a dispetto del notevole afflusso di visitatori sulla costa antistante nell’ambito della riserva (100.000 presenze all’anno, delle quali 25.000 nel solo mese di agosto).

Una minaccia potenziale per le comunità marine dei fondali dell’isolotto è rappresentata dal riscaldamento globale, che può determinare conseguenze particolarmente nefaste sulla composizione e struttura delle comunità marine in ambienti poco profondi e pertanto soggetti ad un sensibile innalzamento delle temperature medie.

Gestione e Conservazione


L’isolotto è proprietà del Demanio dello Stato e fa parte della Riserva Naturale Orientata “Oasi faunistica di Vendicari”, estesa 1.435 Ha, ricade interamente nel comune di Noto. Essa è stata istituita dalla Regione Siciliana – Assessorato al Territorio e Ambiente con DA n. 81 del 14/03/1984 ed affidata al Dipartimento Regionale Sviluppo Rurale e Territoriale (DRSRT – ex Azienda Regionale delle Foreste). L’area protetta si estende per 1512 ha, di cui 575 di zona A (l’isolotto è incluso in questo settore soggetto a protezione integrale) e 937 di zona B o pre-riserva, gestite a partire dal 1989 dal Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e del Territorio (ex Azienda Foreste Demaniali), in cui attività quali l’agricoltura estensiva e la fruizione turistica sono ammesse ancorché regolamentate. Il perimetro dell’area protetta coincide con quello della Zona Speciale di Conservazione (ZSC) ITA090002 “Vendicari” (superficie 1.517 Ha), mentre la porzione sommersa dell’omonima baia ricade nella ZSC ITA010027 “Fondali di Vendicari” (superficie 3.901 Ha); sia l’area terrestre sia quella marina sono infine incluse nella Zona di Protezione Speciale (ZPS) ITA090029 ‘Pantani della Sicilia sud-orientale, Morghella, Marzamemi, Punta Pilieri e Vendicari’.

L’efficace tutela della zona A della riserva di Vendicari consente un totale abbattimento degli impatti sugli ecosistemi dell’isolotto, per il quale vige inoltre un’interdizione permanente di accesso (disposizione dirigenziale Ente Gestore n. prot. 6772 del 30/8/2017). Il rispetto di tale divieto è compito ufficiale della guardia costiera e del DRSRT. Appare tuttavia opportuno realizzare un monitoraggio regolare dei possibili fenomeni di inquinamento dovuti al trasporto e deposito di rifiuti solidi sulla linea di costa.

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Appendice Bibliografica (marina)


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