ISSN 2970-2321
ISSN 2970-2321
Cluster : West Sicilian coast
Sous-bassin : SICILE
Contributeur :
Salvatore Pasta ; Pietro Lo Cascio
Date de création : 15/12/2017
Commune | Favignana | |
Archipel | West Sicilian coast | |
Surface (ha) | ||
Linéaire côtier (mètre) | 820 | |
Distance à la côte (Mile nautique) | 3 | |
Altitude max (mètre) | / | |
Coordonnées géographiques | Latitude | 37,989994 |
Longitude | 12,414142 | |
Propriété foncière | / | |
Gestionnaire(s) | Commune de Favignana | |
Statut de protection | national | / |
international | / |
Maraone ha una forma ellittica, con l’asse maggiore orientato in senso NNO-SSE; la sua superficie si estende per 31000 m2 e l’altezza massima è di 5 m s.l.m., tanto da risultare scarsamente visibile in lontananza o in caso di forti burrasche. L’isolotto presenta un’ampia fascia afitoica di circa 2 m s.l.m. lungo l’intero perimetro.
Dista 6700 m dalla costa occidentale della Sicilia e appena 5000 m dall’isola di Levanzo; durante l’ultimo Massimo glaciale (18.000 anni fa), quando il livello marino era 80-120 m più in basso rispetto a oggi, l’isolotto risultava connesso alla Sicilia e faceva parte della piattaforma continentale emersa che includeva anche alcune delle isole Egadi. L’isolamento definitivo è avvenuto intorno a 8000 anni fa. Sotto il profilo geologico, l’isolotto rappresenta un banco carbonatico (chiesto aiuto a Piero Renda); sulla base dei dati termo-pluviometrici relativi alla stazione più vicina (Trapani), esso è interessato da precipitazioni piovose annue pari a circa 480 mm e da temperature medie annue di circa 18 °C e risulta pertanto soggetto ad un bioclima con termotipo termomediterraneo inferiore e ombrotipo secco superiore. La morfologia quasi pianeggiante di gran parte dell’isolotto lo espone in maniera particolarmente pronunciata all’intensa azione dei venti, all’apporto di salsedine e provoca un forte irraggiamento della parte più elevata colonizzata delle piante vascolari. L’origine del nome potrebbe derivare dal termine vernacolare ‘maraùni’, con il quale in Sicilia si indica il marangone o cormorano Phalacrocorax carbo. A differenza del vicino isolotto di Formica, non vi sono tracce né notizie di antichi insediamenti, ma la presenza diffusa di tagli verticali netti e di blocchi squadrati intorno ad una depressione nel settore nord-occidentale suggerisce che Maraone sia stato utilizzato come cava. Nel punto più elevato dell’isolotto esiste una capanna costruita con blocchi di calcarenite, riparo occasionale dai pescatori che vi sostavano prima dell’istituzione dell’Area Marina Protetta ‘Isole Egadi’.
Giovanni Gussone, autore di una flora vascolare della Sicilia, fu il primo botanico ad esplorare le “Formiche” nel maggio del 1828: nelle opere pubblicate successivamente (Gussone, 1827-1834, 1842-1845), egli riportò alcuni dati di quella visita senza distinguere le osservazioni/raccolte di Maraone da quelle effettuate a Formica. Più di recente, dati inediti sulla flora vascolare di Maraone sono stati raccolti da M. Lo Valvo e F. P. Faraone (28.07.2001), in occasione di una prospezione finalizzata allo studio del locale popolamento di Podarcis, e da L. Gianguzzi, V. M. Siracusa, L. Scuderi e F. Grammatico in occasione di una breve visita effettuata il 26.11.2004. In occasione di una prospezione effettuata (29.05.2012) allo scopo di aggiornare le conoscenze sulla distribuzione di Calendula maritima Guss., specie prioritaria ai sensi della Direttiva 92/43 ‘Habitat’ dell’UE, S. Pasta ha integrato la lista della flora vascolare ed effettuato una caratterizzazione della vegetazione locale, mentre A. S. Gristina e G. Garfì si sono recati sull’isolotto (4.05.2017) per censire e campionare il popolamento di Calendula maritima nell’ambito delle azioni previste dal Progetto LIFE15 NAT/IT/000914 ‘CalMarSi LIFE – Misure di conservazione integrata di Calendula maritima Guss., specie rara e minacciata della flora vascolare siciliana’.
Durante gli ultimi vent’anni, F. Lo Valvo e B. Massa hanno effettuato periodici censimenti della locale colonia di gabbiano reale mediterraneo.
La flora vascolare di Maraone comprende 25 taxa vegetali. Si tratta perlopiù di piante (iper)nitrofile che tollerano bene lo stress idrico e la salinità dei suoli. La distribuzione e la composizione floristica della vegetazione locale dipendono dalla topografia dell’isola e risentono fortemente della distribuzione dei nidi di gabbiano, che provoca impatti significativi sulla struttura e sul chimismo del suolo per via del calpestio e dell’apporto di sostanza organica. Infatti, la metà settentrionale dell’isolotto, dove si concentrano i nidi di gabbiano, ospita consorzi a carattere ruderale riferibili agli Stellarietea mediae R. Tx. Lohmeyer & Preising ex von Rochow 1951, dominati da Hyosciamus albus L., Malva arborea (Mill.) Webb & Berthel. e M. multiflora (Cav.) Soldano, Banfi & Galasso. Poche appaiono invece le specie esclusive di contesti meno disturbati, come Crithmum maritimum L. e Lotus cytisoides L., legati alle coste rocciose esposte all’aerosol marino, che formano piccoli nuclei di vegetazione camefitica riferibile ai Crithmo-Limonietea Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952 (habitat 1240) lungo la costa occidentale; Frankenia hirsuta L. e Spergularia salina, specie tipiche dei Saginetea maritimae Westhoff, Van Leeuwen & Adriani 1962 (habitat 1310), che colonizzano esigue tasche di suolo argilloso in aree soggette ad inondazione durante le burrasche. Infine, popolamenti monospecifici di Arthrocnemum macrostachyum (Moric.) K. Koch costituiscono nuclei di arbusteto alo-xero-nitrofilo sulle coste rocciose della porzione meridionale dell’isolotto, dando vita ad una formazione riferibile alla classe Sarcocornietea fruticosae Br.-Bl. & R. Tx. ex A. & O. de Bolòs 1950 em. O. de Bolòs 1967 (habitat 1420).
A Maraone crescono anche Calendula maritima Guss. e Limonium ponzoi (Fiori & Bég.) Brullo, endemiche del settore costiero della Sicilia occidentale e di diverse isole della provincia di Trapani, e Galium verrucosum Huds. subsp. halophilum (Ponzo) Lambinon, descritto per l’antistante litorale di Trapani, specie a distribuzione tirrenica alquanto frammentaria. Il popolamento locale di Calendula maritima svolge un ruolo cruciale per la conservazione di questa specie rara e minacciata dall’ibridazione con altre specie congeneri sull’isola maggiore: esso conta ca. 500 individui, concentrati perlopiù lungo il settore orientale della metà settentrionale dell’isolotto ai margini del consorzio dominato da Malva arborea e M. multiflora. Altre due specie d’interesse fitogeografico, Anthemis secundiramea Biv. e Hornungia revelieri (Jord.) Soldano, F. Conti, Banfi & Galasso, segnalate per l’isolotto in passato, non sono state confermate e sono forse rappresentate da popolazioni molto esigue o sono scomparse in seguito all’intenso turnover floristico provocato dall’incremento della colonia di gabbiani.
Per quanto concerne la fauna vertebrata, l’unico rettile presente è il Lacertidae Podarcis siculus (Rafinesque-Schmaltz); in passato le lucertole dell’isolotto erano state erroneamente identificate come P. waglerianus Gistel, ma il loro reale status tassonomico è stato successivamente chiarito anche su base molecolare. Come spesso si verifica nei contesti microinsulari, la popolazione mostra una notevole elasticità ecologica e un’elevata densità. L’isolotto ospita circa 300 coppie nidificanti di Larus michahellis (Naumann). La fauna invertebrata è ancora poco conosciuta ma non sembra comprendere elementi di particolare interesse.
In seguito all’istituzione dell’Area Marina Protetta l’accesso all’isolotto è interdetto e lo specchio di mare antistante è soggetto ad un costante e regolare controllo. Le visite a scopi scientifici sono consentite soltanto previo rilascio di nullaosta. Se da un lato questo ha azzerato il rischio di danni al patrimonio biologico locale, dall’altro potrebbe avere favorito un ulteriore incremento della locale colonia di gabbiani. Questi uccelli costituiscono di fatto il principale fattore di perturbazione e pertanto necessitano di adeguati e regolari monitoraggi al fine di prevenire eventuali danni a specie e comunità locali.
Se le previsioni più pessimistiche riguardo agli effetti del riscaldamento climatico sull’innalzamento de livello marino dovessero avverarsi, l’isolotto sarebbe essere destinato a scomparire assieme agli organismi che esso ospita.
Maraone è incluso nel SIC ITA010024 ‘Fondali dell’Arcipelago delle Isole Egadi’ e ricade all’interno della Zona di Protezione Speciale (ZPS) ITA 010027 ‘Arcipelago delle Egadi – area marina e terrestre’, ai sensi della Direttiva 79/409 ‘Uccelli’ dell’UE.
Lo specchio di mare che circonda l’isolotto di Maraone ricade nella zona A (di tutela integrale) dell’Area Marina Protetta ‘Isole Egadi’. In questa zona, soggetta a regolare e costante controllo, è consentita esclusivamente la balneazione o alcune attività di documentazione e di indagine scientifica previa autorizzazione.
Gussone G., 1832-1834. Supplementum ad Florae Siculae Prodromum, quod et specimen florae insularum Siciliae ulteriori adjacentium. Neapoli, ex Regia Typographia, 2 fascicoli.
Maggio T., Faraone F.P., Arculeo M. & Lo Valvo M., 2005. Analisi dell’rDNA 12s nelle relazioni sistematiche della Lucertola campestre (Podarcis sicula) in Italia. Riassunti del 66° Congresso nazionale dell’Unione zoologica italiana (Roma, 19-22 settembre 2005): 52.
Massa B., Lo Cascio P., Ientile R., Canale E. & La Mantia T., 2015. Gli uccelli delle isole circumsiciliane. Naturalista siciliano, 39(2): 105-373.
Pasta S., Marcenò C., Garfì G. & Carimi F., 2017. Human disturbance, habitat degradation and niche shift: the case of the endangered endemic Calendula maritima Guss. (W Sicily, Italy). Rendiconti dei Lincei, Classe di Scienze Fisiche e Naturali, 28 (2): 415-424.