ISSN 2970-2321
ISSN 2970-2321
Sottobacino : Sardegna
Autore : Selena Puddu
Data di creazione : 3 aprile 2018
Per citare questa versione : PUDDU, S. (2018). Foglio di cluster : Arcipelago Sulcitano – Sottobacino : Sardegna. Atlas of Small Mediterranean Islands. https://pimatlas.org/explorer-atlas/clusters/arcipelago-sulcitano/
Composizione del cluster : isole | 18 |
Composizione del cluster: arcipelaghi | – |
Numero di isole con almeno uno status di protezione nazionale | – |
Numero di isole con almeno uno status di protezione internazionale | – |
Numero di isole con almeno un manager | – |
L’Arcipelago Sulcitano è prospiciente le coste sud-occidentali della Sardegna ed è composto da due isole principali S. Antioco e S. Pietro e da 15 piccole isole e scogli. Tra queste spicca quella del Toro, l’isola parasarda più distante dalla Sardegna. Ad eccezione delle isole maggiori e dell’Isola Piana, tutte le altre isole sono disabitate.
A livello bioclimatico, l’area risulta caratterizzata dal bioclima Mediterraneo xerico oceanico (Mexo) e Mediterraneo pluvistagionale oceanico (MPO), con dominanza di termotipi termomediterranei ed ombrotipi variabili dal semiarido superiore al secco inferiore (Bacchetta, 2006).
Dal punto di vista geologico, nell’area suddetta, le vulcaniti riferibili al ciclo vulcanico Oligo-Miocenico sono le più diffuse. Questo ciclo a carattere calcoalcalino è costituito da prodotti con chimismo da andesitico a riolitico sia in forma lavica (duomi e colate) che piroclastica (tufi e ignimbriti). Si possono distinguere vulcaniti costituite da prodotti prevalentemente ignimbritici a chimismo dacitico-riodacitico, variamente saldati e alternati a prodotti andesitici nell’area di S. Antioco e vulcaniti a chimismo variabile rappresentate dai depositi ignimbritici prevalentemente saldati del Sulcis sud-occidentale (Sanna et al., 2005). Inoltre, affioranti in un ristretto settore meridionale dell’Isola di S. Antioco, si rinvengono le rocce più antiche costituite da calcari e dolomie risalenti al mesozoico medio.
L’Arcipelago del Sulcis include numerose zone speciali di conservazione (ZSC) e Zone a Protezione Speciale (ZPS). L’Isola di S. Pietro è totalmente qualificata come area ZSC “Isola di San Pietro” (ITB040027), caratterizzata da numerosi elementi di elevato interesse conservazionistico, tra i quali spiccano Astragalus maritimus, endemismo esclusivo dell’isola e Borago morisiana che ha qui il suo locus classicus. Oltre queste si ricordano Bellium crassifolium, Genista valsecchiae e Nananthea perpusilla. Lo studio fitosociologico ha permesso l’identificazione di 23 tipi vegetazionali, riferibili alle classi Crithmo-Staticea, Ammophiletea, Isoeto-Nanojuncetea, Phragmitetea, Salicornietea, Quercetea ilicis. La ZSC include anche le isole: Piana del Sulcis, dei Ratti, di Stea, di Cala Vinagra, del Corno e del Genio. Inoltre, è presente un’area ZPS “Costa e entroterra tra Punta Cannoni e Punta delle Oche-Isola di San Pietro” (ITB043035) caratterizzata da peculiarità faunistiche di grande pregio zoogeografico, tra cui viene segnalata una delle più importanti colonie di falco della regina (Falco eleonarae) del Mediterraneo che, insieme a quella di Capo di Monte Santo, è sicuramente la più grande d’Italia (MATTM, 2015). La ZPS include anche le isole di Stea e Cala Vinagra.
L’Isola di S. Antioco include una ZPS denominata “Isola di Sant’Antioco, Capo Sperone” (ITB043032) e cinque aree SIC. I siti di “Is Pruinis” (ITB042225) e “Serra Is tres Portus” (ITB042220) sono localizzati nell’ambito territoriale del comune di S. Antioco, il sito denominato “Punta Giunchera” (ITB042210) interessa sia il comune di S. Antioco che quello di Calasetta mentre, i rimanenti, “A Nord di Sa Salina (Calasetta)” (ITB042209) e “Tra Poggio la Salina e Punta Maggiore” (ITB042208) ricadono nel territorio comunale di Calasetta.
Dal punto di vista floristico, importante è la presenza di taxa endemici quali Limonium merxmulleri subsp. sulcitanum, L. insulare Astragalus maritimus, Genista valsecchiae e Linaria flava subsp. sardoa.
Per quanto riguarda le piccole isole, quelle della Vacca e del Toro sono le più interessanti dal punto di vista conservazionistico, essendo anche completamente qualificate come aree ZSC e ZPS “Isola della Vacca” (ITB040081) e “Isola del Toro” (ITB040026). La ZSC e la ZPS dell’Isola della Vacca includono anche lo scoglio del Vitello. Entrambe le isole sono caratterizzate per essere locus classicus di due taxa endemici: Hyoseris taurina e Silene martinolii. Inoltre, sono zone che presentano un rilevante valore faunistico per la presenza di alcune specie inserite nella Direttiva Uccelli (2009/147/CE) come il falco della regina (MATM 2015). Di particolare rilievo è anche la fauna erpetologica che annovera numerose specie fra le quali molte sono incluse nella Direttiva Habitat 92/43/CEE; se ne riportano alcune come il discoglosso sardo (Discoglossus sardus), il rospo smeraldino (Bufo balearicus), la raganella sarda (Hyla sarda), il tarantolino (Euleptes europaea), l’algiroide nano (Algyroides fitzingeri) e la lucertola tirrenica (Podarcis tiliguerta) ambedue endemismi sardo-corsi, la lucertola campestre (Podarcis siculus), la luscegnola (Chalcides chalcides), il gongilo (Chalcides ocellatus), il biacco (Hierophis viridiflavus) e la natrice viperina (Natrix maura) (Corti et al., 2006).
La città fenicio-punica di Sulky (Sant’Antioco)
Uno degli insediamenti fenicio-punici più importanti della Sardegna è la città di Sulky, considerata la più antica tra quelle edificate dai Fenici in Sardegna che sorgeva nella parte N-E dell’odierna S. Antioco. I resti dell’insediamento sono stati scoperti nel 1983 grazie ai lavori di ristrutturazione dell’ospizio cittadino e sono costituiti da una sovrapposizione di ambienti rettangolari e quadrangolari secondo uno schema ortogonale semplice, orientato da est a ovest.
La ceramica fenicia ma anche orientale, presente in notevole quantità nei vari livelli di vita dell’abitato, associata a vasellame greco tardo geometrico, consente di inserire Sulky nell’ambito della prima ondata di colonizzazione fenicia dell’Occidente e di datare l’abitato al 770 a.C., grazie anche al ritrovamento di recipienti di chiara fattura libanese.
L’insediamento di Sulky venne penalizzato dalla conquista cartaginese dell’isola, anche se, dal IV secolo a.C. sono numerosi i resti di età punica che ne attestano la ripresa economica e il rinnovato ruolo di capoluogo di una regione ampia e fittamente popolata.
Nel IV sec. a.C. venne realizzata la cinta muraria fortificata, completata da alcune torri, una porta a vestibolo con due leoni monumentali e una sorta di piccola fortezza ubicata nella zona del tofet. Il tofet, situato all’estremità settentrionale dell’abitato, in località Guardia de Is Pingiadas, costituisce uno dei simboli religiosi più significativi della storia dell’antica colonia. Infatti, il primo impianto del santuario è da collegarsi al primo periodo di vita dell’insediamento, con il rinvenimento di tegami di fattura fenicia ma di derivazione nuragica, sintomo di un’integrazione pacifica tra i due popoli.
Per quanto riguarda le necropoli, quella fenicia si può localizzare verosimilmente sulla costa sotto l’area portuale, mentre quella punica è da individuare con sicurezza sotto l’attuale abitato. La necropoli punica di Sulky è attualmente una delle più importanti del Mediterraneo, con un numero di tombe molto esteso (circa 1.500).
Nella necropoli prevalgono le tombe a camera ipogea, caratteristiche del periodo punico, anche se non mancano sepolture a enkytrismos, ossia all’interno di anfore, riservate esclusivamente ai bambini, e alcuni rari esempi di tombe a fossa con copertura a lastre di tufo. Le tombe più antiche sono situate verso la chiesa e il centro del paese, come dimostra la scoperta di un ipogeo dei primi anni del V sec. a.C. nella via Belvedere.
Riferimenti
Bartoloni P., Bernardini P. & Tronchetti C., 1988. S. Antioco. Area del Cronicario, campagne di scavo 1983-86. In Rivista di Studi Fenici.
Bernardini P., 1990. S. Antioco (Cagliari), Abitato fenicio e necropoli punica. In Bollettino di Archeologia.
Selena Puddu
Bacchetta G., 2006. Flora vascolare del Sulcis (Sardegna Sud-Occidentale, Italia). Guineana, 12: 1-369.
Sanna A. & Atzeni C., 2005. I Manuali del recupero dei Centri Storici della Sardegna. Itaca.
Tableau récapitulatif des clusters et îles du sous-bassin
NOME DELLE ISOLE E DEGLI ISOLOTTI | NOME DELL’ARCIPELAGO | superficie (ha) | Altitudine massima (metro) | Linea costiera (metri) | Distanza dalla costa (miglio nautico) | Coordinate geografiche | Proprietà | Isole con almeno uno status protetto | Presenza di un manager | |
Latitudine | Longitudine | |||||||||
Scoglio Mannu,Isola dei Meli | Arcipelago Sulcitano | 1,37952 | 11 | 680 | 39,2270317 | 8,35618302 | ||||
Isola di San Pietro,I. S. Pietro | 5100,99 | 211 | 1075 | 39,1405577 | 8,27561624 | |||||
Isola Piana del Sulcis | 22,042 | 19 | 2000 | 2 | 39,1914916 | 8,32032282 | ||||
Isola dei Ratti | 1,3221 | 6 | 580 | 2 | 39,1857436 | 8,31896478 | ||||
Isola del Corno | 0,498771 | 15 | 190 | 7 | 39,1473233 | 8,20786114 | ||||
Isola della Vacca | 9,28179 | 94 | 1415 | 6 | 38,936328 | 8,44969638 | ||||
Scoglio del Vitello | 0,249386 | 10 | 200 | 6 | 38,9411547 | 8,45035763 | ||||
Isola del Toro | 13,4838 | 112 | 1468 | 10 | 38,8615708 | 8,41048442 | ||||
Isola di Sant’Antioco | 10947,7 | 273 | 39,0418123 | 8,41016317 | ||||||
Isolotto di Cala Saboni | 0,466605 | 5 | 39,0062411 | 8,38273061 | ||||||
Scoglio Su Scoglieddu | 0,17824 | 0 | 39,1998909 | 8,36939768 | ||||||
Isolotto a Punta Trettu | 3,16547 | 1 | 39,1050332 | 8,43793357 | ||||||
Scoglio Mangiabarche di Terra | 0,206545 | 6 | 39,0759101 | 8,34897295 | ||||||
Scoglio Mangiabarche di Fuori | 0,174676 | 8 | 39,0766994 | 8,34535306 | ||||||
Scoglio di Cala Lunga | 0,112623 | 0 | 39,0178215 | 8,36830807 | ||||||
Isolotto del Genio | 0,240177 | 1 | 39,0947593 | 8,28260029 | ||||||
Isola di Calavinagra | 0,954153 | 22 | 39,1664678 | 8,24259464 | ||||||
Isola di Stea | 0,533555 | 16 | 39,1751567 | 8,26285884 |